
Non c’è dubbio che i paesaggi di Timoncini, attraverso il filtro sottile della sua immaginazione, acquistano una raffinata perspicuità, una luce diffusa o soffusa d’incanto, di miracolo; ma al tempo stesso, ugualmente, il profilo delle colline, la distesa deile pianure, la tremante presenza degli alberi, la dolcezza delle nu-vole nel cielo, i colori dell’alba, del crepuscolo, del tramonto, del giorno che annotta, tutto ciò è altro ancora, non tradiscono l’intima sostanza di cui la natura palpita nella presenza definita del paesaggio dipinto. In tal modo, i paesaggi di Timoncini riescono a far coincidere fedeltà e immaginazione, soggettività e valori oggettivi, sintesi e descrizione.
Matteo De Micheli – 1985